Nessuna donna nel Cda della Team, la Marroni chiede la revoca delle nomine

TERAMO – Nomine Team, non si placano le polemiche sul mancato rispetto delle quote rosa in seno al nuovo Cda della società d’igiene urbana. Dopo le accuse rivolte al sindaco Brucchi da Pd e Cinque Stelle, è la volta della consigliera “arancione” Maria Cristina Marroni che chiede “l’immediata revoca delle nomine illegittime” e di procedere ad una nuova designazione in linea con quanto previsto dalla legge del 2011, la ‘Golfo-Mosca’, sulla rappresentanza di genere negli organi direttivi aziendali. La norma, ricorda la consigliera della lista ‘Finalmente Pomante’, ha introdotto l’obbligo “anche per le società controllate da pubbliche amministrazioni quale indubbiamente è anche la Teramo Ambiente”. La legge infatti specifica che il genere meno rappresentato deve ottenere almeno un terzo degli amministratori eletti. L’obbligo è stato poi confermato a partire dal primo rinnovo degli organi come nel caso della Team, dal regolamento attuativo contenuto nel decreto del presidente della Repubblica, il 251 del 2012, entrato in vigore a febbraio del 2013. Il decreto, spiega la Marroni, prevede che “per il primo mandato la quota riservata al genere meno rappresentato è pari ad almeno un quinto del numero dei componenti dell’organo di amministrazione, oltre che dell’organo di controllo”. Per la Team – continua la Marroni – un quinto del Cda composto da tre membri, corrisponde a 0,60 membri, da arrotondare ad un’unita come dice ancora il decreto, sia per il consiglio d’amministrazione dove non risultano donne che per il collegio dei revisori dei conti dove correttamente c’è una donna su tre membri effettivi”. La consigliera ricorda infine come l’obbligo riguardi anche l’adeguamento degli statuti delle società alle disposizioni della legge del 2011: “E’ un preciso dovere del sindaco promuovere promuovere le necessarie modifiche statutarie che, dopo un anno e mezzo dall’entrata in vigore di questi obblighi, ancora non sono state operate”. “Del resto – chiude la Marroni – è impossibile poter prendere visione dello statuto della Te.Am. in quanto non è pubblicato né sul sito della società né su quello del Comune, in violazione questa volta delle norme sulla trasparenza”.